Il primo tratto del percorso è immerso in un bosco fitto fitto che ha qualcosa di magico: alte colonne di luce verde tagliano in verticale il sentiero, che si apre in mezzo ai rovi e all'erba alta, ripulito per l'occasione da un gruppo di indomiti volontari appassionati di escursionismo...
.. la mia mamma mi cammina di fronte e io le arranco alle spalle, chiedendomi chi delle due abbia realmente quarantaquattro anni e chi invece... anta e passa....
Ci fermiamo un istante, sul ciglio di un argine. Quello che ci appare, appena visibile, quasi del tutto coperto da piante e rovi non è un muro qualsiasi, no, è un tratto di un vecchio muro etrusco, profondo nove metri e lungo circa venti, probabilmente una diga, probabilmente una chiusa, usata per contenere l'acqua durante le guerre dell'epoca, per sopravvivere all'assedio... Vivo in questo luogo da sempre, e ogni volta mi sorprendo di quanto grandi e speciali fossero gli uomini che ci hanno preceduto, legati a questo sperone di tufo e di argilla che è la mia città, da un vincolo tanto forte da essere ancora oggi presente nel nostro, nel mio DNA....
... il cammino prosegue, fra frutteti e campi coltivati...
... forme e colori...
...profumi ed animali....
E poi si arriva qui. Il cielo è nuvoloso, soffia un libeccio che sa di sale, di mare, di terra secca e di nuvole; il fiato è grosso dopo la camminata e la salita, e quando arrivi ti si mozza direttamente in gola, perchè lo spettacolo che si para davanti ai tuoi occhi è di quelli che esigono per sè ogni attenzione, che succhiano ogni tuo sguardo, come un magnete potente, come una bella donna, come l'opera di un grande artista. E a pensarci bene non saprei come altro definirlo, questo affresco che all'improvviso mi si piazza davanti, strisce di ocra e verde, vento e aria fredda nonostante la giornata di giugno, e garriti lontani di rondini, e silenzio....
La Badia è un vecchio convento camaldolese, abbandonato da oltre un secolo; la luce di mezzogiorno si infila sotto gli archi, e la pietra diventa rosata, color biscotto, color pane arrostito, colore della sabbia e del grano...
Il refettorio del vecchio convento ha pareti e volta interamente affrescate, che ti fanno stare con il naso per aria e gli occhi incollati ai colori
Mi avvicino ad una delle finestre; c'è uno scalino di pietra rozza e consumata dal tempo, e la parete ai lati della finestra è ancora affescata, eleganti motivi geometrici, una foglia, qualche ricciolo.... Salgo sul gradino e guardo fuori: colline a perdita d'occhio, colori spenti sotto il cielo grigio, il silenzio e il libeccio.... E' strano. Vivo qui da quando sono nata, ci passo tutto il tempo in cui non sono al lavoro, appartengo a questo luogo esattamente come questo luogo appartiene a me; eppure, ogni volta mi sorprendo a guardarlo con gli occhi di chi non lo ha mai visto prima, bello come è bello solo ciò che si vede per la prima volta....